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Cultura e spettacolo

A Napoli si riparte dal San Carlo: a giugno tutti in piazza a vedere la “Carmen”

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La prima rappresentazione della “Carmen” in Italia fu a Napoli, al Teatro Bellini, il 15 novembre 1879. Ed è proprio da qui che si riparte: da un’opera di passione, di sentimento, d’amore e di tormento, sentimenti vivi, reali che oggi, in un’epoca in cui il Covid-19 ci ha addirittura privati di un candido e spontaneo abbraccio, sembrano assai lontani e quasi evanescenti.

Eppure si deve ricominciare e a Napoli la ripartenza sarà a giugno nella Piazza simbolo della città, Piazza del Plebiscito dove la magia del San Carlo riecheggerà sotto un cielo stellato di una notte d’estate.

Grazie al sostegno della Regione Campania, dal 25 giugno al 17 luglio torna così “Regione Lirica”, festival che vedrà protagoniste tutte le compagini artistiche del Lirico e grandi nomi della scena internazionale: Elina Garanča sarà Carmen nello spettacolo all’apertura (in forma di concerto), sul podio Dan Ettinger, e ancora sono attesi Anna Netrebko, Yusif Eyvazov, Anita Rachvelishvili, Luca Salsi, Marco Armiliato e Juraj Valčuha tra i direttori.

Il 4 luglio ci sarà il balletto con Da Petipa a Nureyev, a cura della nuova direttrice del Corpo di Ballo Clotilde Vayer, il 7 luglio Valčuha dirigerà l’Orchestra e il Coro con musiche di Khachaturian e Prokof’ev.

Il 15 luglio chiuderà Il Trovatore di Verdi, in forma di concerto con Salsi, Netrebko, Eyvazov e Rachvelishvili, sul podio Armiliato.

Se la riapertura dei teatri sarà possibile, dal 25 al 31 luglio andrà in scena, al San Carlo, L’elisir d’amore di Donizetti in una produzione nuova con la regia di Damiano Michieletto, sul podio Riccardo Frizza. Nel cast Rosa Feola e Xabier Anduaga.

La stagione estiva ovviamente prenderà il via in tutta la Campania: il 29 giugno a Summonte e il 1 luglio nelle Ville Vesuviane dove Josè Luis Basso dirigerà il Coro del Teatro nei Carmina burana di Carl Orff. L’11 luglio alla Reggia di Carditello e il 17 all’Aperia della Reggia di Caserta (per Un’estate da Re ) “Da Petipa a Nurayev”, e ancora il 18 Valčuha.

L’Orchestra del Teatro di San Carlo, diretta da Maurizio Agostini, proporrà musiche da film il 16 luglio al Teatro Romano di Benevento; il 24 luglio all’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi; il 28 luglio a Carditello; il 30 luglio nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei; il 16 settembre all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere.

In autunno concerti nei “luoghi del sacro”: il 19 settembre al San Carlo Francesco Meli, Javier Camarena e Francesco Demuro renderanno omaggio a Enrico Caruso per i 100 anni dalla morte, sul podio Armiliato.

Attualità

La Rai programma una puntata speciale sui Campi Flegrei

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Sabato 25 maggio, alle 21:45 su Rai 3, andrà in onda il programma di divulgazione scientifica “Sapiens – Un solo Pianeta” condotto da Mario Tozzi. Sarà una puntata speciale che analizzerà – in lungo e in largo – la crisi bradisismica che sta colpendo i Campi Flegrei e dintorni.

Un’ottima occasione per saperne di più. Un modo per ricevere una chiave di lettura scientifica e non allarmistica.

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Attualità

Ufficiale: Carlo Conti alla guida del Festival di Sanremo

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Carlo Conti sarà il nuovo direttore artistico e conduttore del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, per il prossimo biennio.
Amadeus gli cede, così, il timone della kermesse nostrana.
Una decisione unanime dei vertici aziendali Rai.

“Per il conduttore non si tratta di un semplice ritorno al Festival ma di una nuova sfida che,
come obiettivo, ha quello di continuare a promuovere e valorizzare le nuove tendenze, cosi come fece nelle tre edizioni di successo, dal 2015 al 2017″,
sottolinea in una nota viale Mazzini.

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Caivano

CAIVANO. Il Teatro “Caivano Arte” sarà sostituito da un auditorium di 500 posti. I caivanesi bocciano la visione di Ciciliano

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CAIVANOCiciliano finora tutto bene ma non benissimo. La riqualificazione di Caivano procede spedita, le aree degradate e abbandonate, grazie al ruolo di Commissario Straordinario, alla deroga al Codice Appalti di cui si gode e alla cospicua disponibilità di denaro messo a disposizione del Governo, vengono via via riqualificate e restituite alla collettività.

Ma sento il dovere, in quanto cronista e cittadino caivanese, descrivere il mio disappunto sulla scelta di cambio di destinazione d’uso del Teatro Comunale “Caivano Arte”.

Abolire un Teatro, per far spazio ad un auditorium con annesse sale multimediali, polo museale e arena – quest’ultima tra l’altro già esistente – è un vero e proprio sfregio all’identità culturale di una comunità.

“Caivano Arte”, sin dai tempi della sua nascita ha rappresentato l’orgoglio culturale della cittadina gialloverde, le tavole del suo palco sono state calcate da artisti come Eric Johnson – Chitarrista e cantante compositore e polistrumentista statunitense – Jodorowski, Toni Servillo, Lina Sastri, Morgan dei Blue Vertigo, i 99 Posse, Ashram – gruppo musicale italiano formatosi a Napoli, appartenente alla corrente stilistica della darkwave neoclassica – Francesco Paolontoni, Carlo Buccirosso, Federico Salvatore, Biagio Izzo, Sal Da Vinci e le operette con Dianora Marangoni per quanto riguarda la danza: Alessandra Celentano, Rossella Brescia, Stefano Forti, Fabio Molfesi, Anna Razzi dell’Accademia del San Carlo, I ballerini del Bolshoi di Mosca con Graziella Di Rauso, Laboratori di Teatro tra le tante Teresa Del Vecchio, Nunzia Schiano, Fortunato Angelini e Luca Yurman.

Ho preferito riportare solo qualche artista, giusto per far capire a chi di questa collettività si è fatto un’idea totalmente sbagliata, confrontandosi solo con chi ha preferito affibbiare a questo territorio solo l’etichetta criminale per ottenere propri benefici e privilegi, quali siano state le potenzialità e il livello culturale espresso da questa comunità.

Quindi con la concezione di un territorio degradato, fatto solo di droga, spaccio, pizzo, camorra e malapolitica si è pensato bene di sostituire “Caivano Arte” con un auditorium di 500 posti a fronte dei 750 di cui disponeva il vecchio teatro, oramai abbattuto, per una copiosa perdita idrica.

Noi di Minformo abbiamo interpellato alcuni operatori del settore per sapere cosa potesse offrire un auditorium di 500 posti e tutti hanno dato le stesse risposte.

Organizzare una produzione di entità rilevante, uguale a quelle già citate e viste a Caivano, sarà impossibile, poiché il costo di un normale biglietto, se non raddoppiato, non consentirebbe neanche di coprire i costi della produzione stessa. Al contrario, con l’aumento del costo del biglietto si rischia di ottenere un flop poiché nessuno si sognerebbe di venire a Teatro in periferia, in una struttura piccola e pagare il doppio per vedere un artista che in città viene offerto alla metà del prezzo.

Abbattere il “Caivano Arte” per lasciare spazio ad un piccolo auditorium è stato una scelta, a mio parere, a dir poco incauta, dato che si rischia di aver realizzato un’ulteriore struttura che da qui a poco, non suscitando interesse da parte di nessun gestore, potrebbe risultare di nuovo abbandonata a sé stessa.

La visione giusta, per una giusta riqualificazione di un territorio come Caivano, sarebbe stata quella di rilanciare l’offerta culturale raddoppiandola. Creare un Teatro da 1000 e più posti e prendere per la “gola” i più importanti impresari campani ma ovviamente, una visione del genere, la può avere solo chi conosce ed è innamorato del proprio territorio.

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